Il vincitore del Campionato Italiano Rally Promozione commenta la sua stagione 2023, con uno sguardo verso il futuro. “I piloti italiani sono di un livello estremo, ma noi abbiamo dimostrato le nostre potezialità; un sogno vincere al debutto. L'anno prossimo vogliamo essere nell'Assoluto, ma un pensiero all'ERC lo facciamo; se ti fermi nei rally sei perso”
Un italiano essenziale, una guida aggressiva e spettacolare, la mentalità da vincente: lo sloveno Bostjan Avbelj ci ha messo una sola stagione ad incantare tutti nel bel paese, in un continuo “flat out” che gli ha permesso al debutto di firmare anche il Campionato Italiano Rally Promozione. Arrivato ad inizio anno come un’incognita nei rally tricolori, il pilota classe ’90 navigato dal connazionale Damijan Andrejka ha saputo togliersi non poche soddisfazioni sugli asfalti della massima serie italiana, dimostrando una crescita esponenziale su strade mai affrontate prima, proponendosi fin da subito come uno dei protagonisti indiscussi del 2023. Tre vittorie nel CIR Promozione, a pari merito con Bottarelli, due podi nell’Assoluto e uno straordinario quinto posto al Rally di Roma Capitale nel contesto europeo; questo il ghiotto bottino che lo sloveno ha raccolto alla sua prima annata in Italia. Un risultato che, vista la parte finale di stagione, assomiglia più a un punto di partenza e che a uno di arrivo. Sulla Skoda Fabia preparata da MS Munaretto, Avbelj ha iniziato il suo percorso con due errori nonostante gli ottimo tempi; il primo meno dannoso al Ciocco (dove ha ottenuto comunque il 4° posto nel Promozione), e il secondo ad Alba, dove la sua gara si è fermata sulle prime curve della Power Stage in seguito ad un rocambolesco cappottamento. Rispolverare la lucidità e la costanza per poter poi alzare al cielo il primo titolo italiano è stata la vera impresa dello sloveno.
Come hai trovato il riscatto dopo il Rally di Alba?
“Sapevo che avevo potenziale – racconta Avbelj - per essere veloce e competere con tutti piloti italiani. Ad Alba il mio non è stato un errore grande, ma le conseguenze sì, quelle sono state importanti. Nonostante questo sono riuscito a resettarmi ed a ripartire alla Targa Florio (dove è infatti arrivata la prima vittoria nel CIRP ndr.) come se nulla fosse successo. Non potevo fare altrimenti, perché sennò in questo sport è meglio stare a casa, se ti fermi sei perso. Non ho cambiato nulla del mio approccio e sono ripartito flat-out. Volevo solamente dimostrare la mia velocità.”
Al tuo primo anno nel Campionato Italiano hai subito vinto un titolo: come ti senti?
“Per me è come un sogno, perché ho subito capito quanto fosse alto il livello della competizione e dei piloti italiani. Arrivare così al primo anno e vincere subito è stato un risultato bellissimo, tra l’altro su gare che per noi erano tutte nuove. Alla fine è stato tutto perfetto, e ne sono felicissimo.”
Cosa ne pensi delle strade su cui hai corso quest’anno?
“Non avevamo molta esperienza in Italia, ma è completamente diverso dalla Slovenia. Qua c’è in media molto più grip sull’asfalto e le prove sono molte belle, mi sono piaciute tutte. Alcune sono veramente difficili, veloci e rischiose, ma è parte del nostro sport. Quando arrivi allo stop di fine prova e vedi i bei tempi la soddisfazione è ancora più grande.”
Dove credi di aver fatto la differenza rispetto ai tuoi avversari? Alla fine il Promozione è stato tirato fino all’ultimo.
“Il punto cruciale è stato la power stage al Rallye di Sanremo. Noi abbiamo fatto tutto perfetto, spingendo al massimo, e credo che sia stato quello a regalarci il titolo. Poi purtroppo Bottarelli si è ritirato ma noi eravamo mentalizzati e pronti ad andare oltre al limite, l’abbiamo dimostrato ed ha pagato con un gran secondo posto assoluto. Quando vai così al limite è ancora più facile sbagliare, subire una foratura o incappare in qualche problema, ma noi siamo stati perfetti.”
Hai già in mente qualcosa per l’anno prossimo? Quali saranno i tuoi programmi ed obbiettivi?
“Per me sarebbe molto bello poter competere nel Campionato Italiano Assoluto Rally, perché rimanere e farsi valere in una serie dal livello così alto è qualcosa di speciale, e sarebbe un onore poter competere ai vertici con tutti. Mi piacerebbe però dare uno sguardo anche all’Europeo: al Roma Capitale abbiamo visto che abbiamo le potenzialità di giocarcela, e che il livello dei piloti italiano è altissimo tanto da mettere in difficoltà quelli dell’Europeo. Lo abbiamo dimostrato tutti entrando nella top10. Credo quindi che potrei sicuramente difendermi anche lì, ma dipenderà dal budget.”