Daniele Giudici: come il sim racing mi ha aiutato ad affrontare il COVID

Daniele Giudici gareggia nel Campionato Italiano Gran Turismo ESport, categoria AM. Nella vita di tutti i giorni è un farmacista ospedaliero in Inghilterra e ha dovuto affrontare in prima linea la pandemia da COVID-19 durante la prima e la seconda ondata
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Daniele Giudici nasce a Biella in una famiglia con papà e fratello medico e mamma infermiera. Perciò, per lui, non è stato difficile scegliere cosa fare da grande. Si iscrive all’Università degli Studi di Pavia dove consegue la laurea in farmacia. Decide quindi di proseguire la sua formazione all’Università degli Studi del Piemonte Orientale di Novara, altri quattro anni per specializzarsi in farmacia ospedaliera e proprio durante l’ultimo anno fa la scelta che gli cambierà la vita. Nell’estate del 2015 invece di andare in vacanza decide di trascorrere un mese in Inghilterra per fare uno stage a sue spese al University Hospitals Playmouth. Questa esperienza gli permette di avvicinarsi alla sanità inglese e così, nemmeno un anno dopo, a giugno 2016 e all’età di 30 anni, viene assunto al Royal Hampshire County Hospital come Rotational Pharmacist.

In Inghilterra ogni reparto ospedaliero ha il suo farmacista clinico che fa parte a tutti gli effetti dell’equipe medica. Daniele si appassiona alla terapia intensiva durante una delle rotazioni cliniche e proprio in quell’ambito decide di specializzarsi. Si trasferisce quindi al Poole Hospital NHS Foundation Trust dove diventa farmacista responsabile del reparto di terapia intensiva. Dodici posti letto da gestire richiedono grande impegno e allora continua ad arricchire il suo curriculum ottenendo la qualifica di farmacista prescrittore (Independent Prescriber), una figura professionale che in Italia ancora non esiste.

Arriva il 2020 e la sanità inglese, come quella del resto del mondo, si trova ad affrontare la prima e seconda ondata di COVID-19 e Daniele è in prima linea dovendo garantire l’approvvigionamento dei farmaci per i reparti di rianimazione classica e COVID, dove arrivano i casi più gravi. La situazione è resa ancora più complessa per una questione geografica in quanto la Gran Bretagna, essendo un’isola, ha difficoltà a ricevere forniture dall’estero con facilità. La prima ondata, alla fine, ha pochi casi rilevanti, mentre la seconda è terribile. Il reparto di Daniele arriva ad avere anche 30 malati di COVID contemporaneamente e il personale, già provato ed esausto dalla prima ondata, non basta.

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“Durante questo periodo vedevi le persone soffrire tanto e ti sentivi impotente. Vorresti fare di più perché li vedi proprio stare male. E alla fine, seppure ci sono state belle storie di pazienti guariti, ce n’erano tante altre drammatiche.” Ci sono infatti quelli che non ce l’hanno fatta, famiglie che perdevano i loro cari senza nemmeno la possibilità di vederli e salutarli un’ultima volta. È stato davvero brutto assistere a tutta quella sofferenza ma ancora più brutto, per Daniele, è stato non poterne parlare e condividere il peso di tutto questo con nessuno. Perché quando ritorna a casa è solo, la pandemia per il COVID-19 ha bloccato i viaggi internazionali e lui non può ritornare in Italia dove lo aspettano la sua fidanzata e i suoi familiari. C’è il telefono, è vero, ma non è la stessa cosa e in questi casi una persona vicino può aiutare davvero, a non pensare. Perché poi, quando sei da solo a casa, non ti rimangono che i ricordi di ciò che hai visto, quelli più brutti, e puoi solo sperare di non farti condizionare emotivamente.

Daniele ha bisogno di una distrazione quando si trova a casa da solo. Ha bisogno di un obiettivo, qualcosa che lo impegni a pensare ad altro, ed è a questo punto che entra in gioco il sim racing. La passione per il motorsport c’è sempre stata, e anche stavolta, come per la sua professione, la scelta è del tutto naturale. Daniele inizia a guidare su iRacing e visitando i social trova il team Abruzzi Raceware che cerca sim driver non esperti con l’obiettivo di costruire un gruppo di piloti che crescesse insieme, condividendo la passione comune. Ancora una volta il sim racing online si dimostra molto inclusivo, anche se è uno sport che si svolge a distanza. Nascono tra i componenti anche belle amicizie tra persone che non si sono mai viste prima e che hanno voluto poi incontrarsi quando le restrizioni legate alla pandemia lo hanno permesso.

Ma la storia più bella si realizzerà di li a poco. Mentre Daniele sta partecipando ad un campionato di Formula 3 organizzato da un portale inglese, viene a conoscenza che nel suo reparto iniziano a mancare i fondi per il “Memory Box Project”. Si tratta di un progetto nato qualche anno fa dalla volontà delle infermiere del reparto di rianimazione con l’obiettivo di aiutare i bambini a superare il dolore per un genitore perso a causa di una malattia, conservando i ricordi in una “box”, una scatola. Questo progetto è stato un valido supporto per tante famiglie che non hanno potuto vivere gli ultimi attimi con i propri cari e, in questo momento storico così tragico, sarebbe davvero un peccato sospenderlo.

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Nell’attesa del quinto round del campionato con le Formula 3, Daniele racconta del Memory Box Project a Bart Daelman, l’organizzatore della serie, che subito si dichiara entusiasta a supportare questo progetto. 

Si pensa quindi di utilizzare quella quinta gara, sul circuito di Montreal, per raccogliere fondi con l’obiettivo di riuscire a comprare almeno due box (dal valore di circa 100 sterline totali) e quindi aiutare due bambini. Bart parla di questo progetto a Paul Godden, proprietario di Sim Sticker, il main sponsor della serie, che rimane affascinato dalla nobile causa. I due, quindi, decidono di aiutare Daniele con la pubblicizzazione e la realizzazione di una campagna di raccolta fondi. Poi, convinti che Daniele debba ottenere un risultato importante in questa gara, Bart e il team dei Sim Sticker si mettono a disposizione per allenarsi con lui.

Arriva il giorno della gara. I Sim Sticker si presentano sulla griglia con il regalo più bello: una livrea speciale con i loghi dell’ospedale e della charity di Daniele. Poi Paul Godden, prima della partenza, annuncia che verserà alla raccolta fondi il valore in sterline pari alla somma del punteggio, ottenuto in quella gara, del suo miglior pilota più quello di Daniele. Alla fine i due totalizzeranno insieme 200 punti, quindi 200 sterline e la piattaforma di crowdfonding legata al progetto raccoglie addirittura 770 sterline con offerte degli altri team, dell’organizzatore, dei concorrenti, dei colleghi di lavoro e di tanti altri.

Al termine del campionato Daniele si unisce ai Sim Sticker e con loro gareggia nel Campionato Italiano Gran Turismo ESport, categoria AM. A livello sportivo gli ha dato e gli sta dando una grande mano il suo vicino di casa e amico Davide De Russis, Race Engineer italiano che lavora nel motorsport europeo, che lo sponsorizza con il marchio A Cup of Racing (ACoR).

È stato molto importante il supporto emotivo che Daniele ha ricevuto da tutta la comunità del sim racing, un ambiente positivo dove si corre con un gruppo di amici e se ne hai bisogno sono sempre pronti a supportarti, anche se sono lontani. E con Daniele ci sono sempre stati. Intanto il ragazzo di Biella continua a migliorarsi nel suo lavoro e da qualche mese è in uno dei più grandi reparti di rianimazione nel sud-est inglese, nel Oxford University Hospitals NHS Foundation Trust dove si continua a studiare la pandemia in corsa per migliorare i protocolli sanitari e garantire le migliori cure per il futuro.