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Se c’è un nome che ricorda immediatamente anche al grande pubblico l’Emilia-Romagna, di sicuro è quello del Parmigiano Reggiano. Un prodotto DOP – ovvero a “Denominazione di Origine Protetta” – che ha confermato anche per il 2023 numeri da capogiro. Vediamone qualcuno. La produzione, tipica della terra di cui stiamo parlando, è arrivata a 4,014 milioni di forme, sostanzialmente in linea con quella del 2022. Interessante la distribuzione all’interno della Regione. A guidare le province è Parma con 1.350.415 forme, davanti a Reggio Emilia (1.217.380), “Modena (860.971) Mantova (476.361) e Bologna (95.303). Il giro d’affari ha sfondato il muro dei 3 miliardi di euro (nel 2022 si era fermato subito sotto a 2,9 miliardi di euro) con un aumento quindi del 5%. Nell’ultimo anno sono cresciute tanto le vendite in Italia (+10,9%) che quelle all’estero (+5,7%) Il mercato straniero ha raggiunto il 43% del totale e ha conosciuto crescite significative come nel caso delle esportazioni verso gli Stati uniti (+7,7%) e la Spagna (+7,8%). Addirittura clamoroso il successo nella lontana Australia, +21,8%).

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano – che difende e promuove la qualità del prodotto in Italia e all’estero, compie nel 2024 i primi novanta anni di vita ed è impegnato non solo ad accrescere le quote di mercato, ma anche a far conoscere meglio le notevoli qualità del formaggio al grande pubblico. Il successo di questa filiera è stata anche confermata dall’evento annuale “Caseifici Aperti” che si è svolta alla fine di aprile e che ha registrato un’impennata nella presenza del pubblico negli oltre 52 punti di produzione che hanno spalancato le porte ai visitatori.