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Alfa Romeo, Fiat, Ferrari, Maserati, Lamborghini sono solo alcuni nomi di una sterminata catena di Case automobilistiche, scomparse o tutt’ora esistente, che costituisce uno dei vanti del made in Italy. Ferrari e Maserati hanno dato vita a una stracittadina di sapore calcistico: questa è stata tra la fine degli anni Quaranta e la fine del decennio successivo la rivalità agonistica tra Ferrari e Maserati. Viale Trento e Trieste il fortino del Cavallino rampante, pieno centro, via Ciro Menotti per il Tridente, un po’ più decentrato o come diceva, con fare scherzosamente sprezzante, il Commendatore “là in fondo”. La stracittadina ha una data di inizio: il 1939 quando i fratelli Maserati, Ettore ed Ernesto, bolognesi (il tridente evoca la statua di Nettuno che sorge in piazza Maggiore), cedono la proprietà ai fratelli Orsi, Omer e Adolfo, che, modenesi, spostano la sede nei pressi della propria acciaieria. Quando questo accade, Ferrari e Maserati sono già rivali nelle corse: lo sono sin dalla seconda metà degli anni Venti, quando Ferrari fa correre le Alfa Romeo. Dal 1950 e per i successivi 8 anni, cioè sino al ritiro della Maserati dalle competizioni, il terreno dove su gioca il derby – annacquato dal trasloco di Ferrari a Maranello – è quello della Formula 1. Il piatto della bilancia penderà decisamente dalla parte di Ferrari con 4 titoli piloti (1952e 1953 con Alberto Ascari, 1956 con Juan Manuel Fangio e 1958 con Mike Hawthorn) contro l’uno e… mezzo conquistato dalla Casa del Tridente: a fregiarsi del Mondiale è Juan Manuel Fangio (nel 1954 quando l’argentino inizia il campionato con la Maserati in attesa di guidare la Mercedes e nel 1957).A livello di vittorie siamo a 27 contro 9 per il Cavallino. Ma la Maserati vince una gara che Enzo Ferrari ha vanamente inseguito: nel biennio 1939-40 con Warren Wilbur Shaw conquista la 500 Miglia di Indianapolis.