Seleziona una pagina

L’eccellenza italiana passa anche dagli autodromi. L’Emilia Romagna ne ha addirittura quattro: Varano de’ Melegari (Parma), Misano Adriatico (Rimini), Modena e soprattutto Imola (Bologna), che quest’anno compie 70 anni. L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari non è stato solo lo scenario del GP d’Italia 1980 a cui sono seguite 26 edizioni del GP di San Marino (1981-2006) e i GP del Made in Italy e dell’Emilia Romagna a partire dal 2020. Ma è stato teatro di una clamorosa riconciliazione: quella tra Enzo Ferrari (1898-1988) e Niki Lauda (1949-2019). Era la primavera del 1982 e Imola ospitava una sessione di collaudi: c’era anche il campione austriaco al volante della McLaren-Porsche. Lauda, dopo tre anni di assenza, è tornato a indossare la tuta da pilota e nel 1984 vincerà il suo terzo titolo iridato con la MP4/4 di Ron Dennis e John Barnard. Il commendatore, cosa abbastanza insolita, raggiunse Imola per assistere ai test di Villeneuve e trovò il suo vecchio pilota. Ingaggiato nel 1974, grazie anche ai consigli di Clay Regazzoni, l’austriaco aveva conquistato a Monza ’75 il suo primo titolo piloti, interrompendo un digiuno che a Maranello durava da 11 stagioni. Pareva l’inizio di un lungo matrimonio ricco di successi ma il rogo del Nurburgring l’1 agosto 1976 cambiò tutto. Ferrari e la Ferrari erano scettici che l’austriaco, a lungo in pericolo di morte, potesse tornare quello di un tempo, tanto da ingaggiare Carlos Reutemann per il finale di stagione e quella successiva. Lauda e il Commendatore vinsero di nuovo il titolo ’77 ma ormai da separati in casa. Fu divorzio e tra i due calò il gelo. “Col tempo mi sono pentito di quel gesto – dirà Lauda più tardi -. Perché non era giusto che io giovane e ricco pilota di successo, mi accanissi contro Enzo Ferrari che sentiva già il peso dei suoi 78 anni”.
Il primo passo verso un riavvicinamento il telegramma di congratulazioni di Lauda per il successo iridato di Jody Scheckter nel 1979. Ma la svolta vera avvenne a Imola .
“Mi ha abbracciato come se fossi suo figlio – commenterà Niki -… A Imola ha dimostrato di provare per me più di quanto dica”. Nel 1987 per un impegno Lauda non riuscì a essere presente per i 40 anni della fabbrica. Non sapeva che sarebbe stata l’ultima occasione per riveder il grande vecchio.