Italian Baja, i complimenti di Quandt

In archivio l'edizione 2015, già si lavora per le novità future

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Solo a viverlo da dentro si può capire quanta fatica comporti organizzare e gestire l'Italian Baja. Oltre cento quest'anno i veicoli tra auto, moto, quad e camion: in pratica oltre 170 concorrenti tra piloti e navigatori, biker e quaddisti, per la maggior parte stranieri con il loro seguito di giornalisti, fotografi e cameramen. I delegati delle Federazioni internazionali che osservano, controllano e giudicano.

La questione sicurezza lungo il percorso e nel quartiere generale in Fiera, rivolta al pubblico e agli stessi protagonisti in gara. Il lavoro prima, durante e dopo la competizione, per chiudere un capitolo e aprirne subito un altro. Un miracolo sportivo orchestrato da una squadra di appassionati che si chiama Fuoristrada Club 4x4 Pordenone, capace ogni anno di aggiungere qualche novità e miglioria. Più forte di qualsiasi polemica e ostacolo che ha sempre caratterizzato la storia ormai ultraventennale della sfida sugli splendi greti dei fiumi Meduna, Cosa e Tagliamento, sempre cercando di esaltare la bellezza dei luoghi, di promuovere un'immagine genuina e ospitale del territorio, di garantire anche un indotto economico significativo per le attività alberghiere e del terziario in genere. Tanto impegno e dedizione premiati a volte solo da un sorriso e una pacca sulle spalle.

Ma poi arriva un sms da Sven Quandt che dice (tradotto, ndr): "Ciao Mauro, grazie per un grande rally. Super organizzazione, perfetta scelta di calendario. E ciò ha mostrato l'Italia al suo meglio”.
Ora è ovvio che il responsabile sportivo del team ufficiale X-Raid sia rimasto soddisfatto per la vittoria del suo pupillo Nasser Al-Attiyah con la Mini All4 Racing. Meno scontato è che Quandt, la cui famiglia è proprietaria del maggiore pacchetto azionario di BMW (!), sia prodigo di complimenti per Tavella e l'Italian Baja, dato che il suo livello di riferimento è la Dakar e fino a qualche anno fa addirittura la Formula 1. Cioè, tanto per capirsi, Quandt sta alla Casa bavarese più o meno come John Elkann sta alla Fiat Chrysler Automobiles.
Ecco perché il suo elogio è una medaglia di cui andare orgogliosi, a Pordenone e dintorni.

Fonte: Ufficio Stampa Italian Baja